Papa LEONE XIV
"riflessioni" del professore Luigi AIELLO -preside emerito-
## LEONE:
L'IMPORTANZA DI UN NOME
Abbiamo, dal tardo pomeriggio di ieri, (08-05-2025) il nuovo Papa.
Il Conclave, dopo solo 4 votazioni, ha scelto il Cardinale Robert Francis Prevost, americano di Chicago, ma discendente da immigrati europei francesi e spagnoli, come dimostra il suo cognome, e, quindi, dal cuore latino, grazie anche al suo lungo soggiorno in Perù.
Eletto 267° successore di Pietro, ha scelto di farsi chiamare con un nome oltremodo impegnativo: Leone, XIV tra quelli che hanno portato questo nome.
Si tratta di un nome impegnativo perché alcuni di quelli che l'hanno portato prima hanno lasciato la loro impronta nella storia.
Vediamo alcuni esempi.
Leone I, Papa dal 440 al 461, si è meritato, insieme solo a Gregorio I, l'appellativo di Magno, grazie al ruolo svolto nel corso delle dispute teologiche del V secolo e all'episodio, un po' storico e un po' leggendario, riguardante il suo incontro con Attila, re degli Unni che minacciava di distruggere Roma, che egli riuscì a convincere a recedere dal suo proposito con la sola forza della parola e della persuasione.
Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, che regnò dal 1513 al 1521, è passato alla storia per avere scomunicato Martin Lutero, azione che diede origine alla Riforma protestante. Il fatto curioso è che Lutero era un agostiniano, proprio come il Pontefice appena eletto.
L'ultimo a chiamarcisi col nome scelto dal nuovo Papa era stato Leone XIII, Vincenzo Gioacchino Pecci, nato il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano e morto a Roma il 20 luglio 1903, successore di Pio IX e ricordato soprattutto per la sua enciclica "Rerum novarum" del 1891, che era una presa di coscienza da parte della Chiesa della situazione del mondo del lavoro e dei problemi ad esso inerenti sorti in seguito allo sviluppo e all'affermazione della società capitalistica e liberista. L'enciclica fu fonte di ispirazione per la nascita del cattolicesimo democratico e sociale, che animò l'azione intrapresa da personaggi del calibro di Don Davide Albertario e dell'arcivescovo di Bergamo Giacomo Radini-Tedeschi e del suo segretario don Angelo Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.
A tale dottrina si ispirarono dalle nostre parti l'arcivescovo di Cosenza Camillo Sorgente e il suo segretario don Carlo De Cardona.
Quasi a volere rimarcare la continuità tra Leone XIV e il suo predecessore Francesco basti pensare che Leone era il nome del frate che stette più vicino a San Francesco fino al momento della sua morte.
La pace innanzitutto, la vicinanza ai poveri, ai deboli e ai disagiati, la giustizia sociale e, naturalmente, la fede in Dio e l'impegno a tenere sempre vivo il dialogo coi cristiani non cattolici e con quelli che cristiani non sono.
Tutto questo emerge dalle prime parole pronunciate dal neo-Papa al momento del suo primo saluto ai fedeli radunati in Piazza San Pietro e a quanti seguivano l'avvenimento davanti alla TV o ascoltando la radio.
Da quanto si è capito, Papa Leone si è assunto l'arduo compito di conciliare l'innovazione con il meglio della tradizione.
Gli auguriamo con tutto il cuore di riuscirvi e gli auguriamo, ancora, lunga vita. ##
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